ROMA, 16 Marzo – Che i maschi sessualmente insoddisfatti cerchino consolazione nell’alcool non fa ridere nessuno, ma che a farlo siano i moscerini sembra una barzelletta! Invece si tratta di uno studio serissimo pubblicato su Science realizzato da ricercatori dell’Università della California San Francisco.
La ricerca condotta sul comportamento degli esemplari maschi di Drosophila melanogaster, comunissimo moscerino della frutta, conferma che se le femmine del moscerino rifiutano il corteggiamento, i maschi delusi cominciano a preferire i cibi con un alto tasso alcolico, a differenza di quanto fanno i maschi che invece riescono ad accoppiarsi. Secondo i ricercatori, responsabile di questo comportamento è una molecola prodotta nel cervello dei moscerini, chiamata neuropeptide F e molto simile al neuropeptide Y presente nell’uomo. L’ipotesi degli studiosi è che questa molecola potrebbe essere collegata alla dipendenza da alcool e droghe nell’uomo.
Lo studio: in una teca sono stati posti un gruppo di moscerini maschi e un gruppo di femmine, di cui una parte ancora non fecondate. Mentre queste ultime hanno accettato facilmente le attenzioni dei maschi, quelle già fecondate li hanno respinti, i quali però dopo una serie di rifiuti hanno abbandonato progressivamente l’interesse all’accoppiamento. Quando i maschi stati posti dinanzi a due contenitori con del cibo, uno dei quali con un tasso alcolico del 15%, i maschi «depressi» hanno preferito molto più (70% contro il 50%) di quelli «soddisfatti» la bevanda alcolica. Tali preferenze, spiegano i ricercatori, erano state esattamente predette dai livelli del neuropeptide F nei loro cervelli (sistema di ricompensa).
Se il neuropeptide Y nell’uomo è il collegamento tra la privazione dell’attività sessuale e la tendenza alla dipendenza, l’identificazione dei meccanismi molecolari e genetici che portano alla ricerca di ricompensa porterebbe a una maggiore comprensione della relazione fra cause sociali e fisiche della dipendenza nell’uomo. Regolando l’attività di questo neuropeptide, si potrebbe quindi modificare il livello di dipendenza dall’alcol. E lo stesso si potrebbe fare con il neuropeptide Y nel cervello degli uomini: “Se il neuropeptide Y risulta essere il collegamento tra lo stato della psiche e l’abuso di alcol e droghe, si potrebbero sviluppare delle terapie per inibire i recettori di questo neuropeptide”, spiega Ulrike Heberlein, che ha supervisionato lo studio.
Ma la manipolazione del neuropeptide Y non risulta affatto semplice: la molecola risulta infatti distribuita in tutto il cervello umano e risulta essere coinvolta anche in altri meccanismi come quelli alla base dell’ alimentazione, dell’ ansia e del sonno.
Marzia Fanciulli