ROMA, 27 Dicembre – Augusto Minzolini, in seguito alla rimozione dall’incarico di direttore del Tg1, proposta dal direttore generale Lorenza Lei a causa delle spese sostenute con carta di credito aziendale, dice ora di voler perseguire una vera e propria battaglia legale, sulle orme di quello che fece anche Santoro. Avendo rifiutato anche un incarico a New York, si proclama deciso di giungere con successo al termine della vicenda.
I suoi legali, gli avvocati Nicola Petracca e Federico Tedeschini, preannunciano un ricorso d’urgenza, per ottenere innanzitutto la reintegra del ruolo di direttore del Tg. Minzolini afferma che è stata applicata una norma non applicabile, al solo fine di sollevarlo dal suo incarico. Infatti Minzolini era stato assunto come caporedattore con funzioni da direttore e, pertanto, come da contratto dei giornalisti, non licenziabile senza giusta causa.
In merito alle spese effettuate con carta di credito aziendale, Minzolini risponde: “Hanno applicato alla lettera una circolare interna solo con me e il colmo è che le spese di rappresentanza io alla fine le ho rimborsate mentre la Rai le ha scaricate fiscalmente. La Rai ci ha guadagnato, non è un paradosso?”.
Gli avvocati Petracca e Tedeschini sostengono che la legge N. 97/2001, applicata nella rimozione dall’incarico dell’ex direttore del Tg, sia di fatto non coerente alla vicende e di rarissima applicazione. Aggiungono:” L’unico arresto giurisprudenziale reperito in tema afferma il principio che il rinvio a giudizio del pubblico dipendente non può comportare in via automatica l’adozione della misura del trasferimento d’ufficio o della sospensione dal servizio: valutazione che, nel caso di specie, è stata totalmente omessa, anche in violazione dei consolidati principi recati dalla legge n. 241/1990″.
Nel frattempo Minzolini non manca di passare in rassegna alcuni suoi diretti concorrenti, tra cui Paolo Garimberti, presidente del Consiglio di amministrazione Rai ed Enrico Mentana, direttore del Tg La7, sottolineando le sue capacità da giornalista e le caratteristiche del suo telegiornale. Dichiara infine: “Ero di sinistra, ma dopo l’episodio delle monetine a Craxi al Raphael sono cambiato. Non sopporto i linciaggi di piazza, insieme a quelli mediatici e giudiziari. Berlusconi ha incarnato un processo di modernizzazione che prima non esisteva. Si può dire che Berlusconi sia un rivoluzionario ed è stato sottoposto negli anni a un linciaggio mediatico e giudiziario. Al Tg1 penso di essere stato molto equilibrato e mai schierato. Ho contribuito al pluralismo, visto come è schierata l’informazione italiana; mi hanno emarginato anche perché ho dato informazioni che a molti non piacevano”.
Elena Aceto