ROMA, 11 Gennaio – Sono finalmente rientrati in Italia i cinque marittimi tenuti prigionieri dai pirati al largo della Somalia. Il comandante della nave, Giuseppe Lubrano Lavadera, Crescenzo Guardascione, terzo ufficiale di coperta, entrambi di Procida, Gian Maria Cesaro, allievo di coperta, Antonio Verrecchia, direttore di macchina, ed Eugenio Bon, primo ufficiale di coperta, sono atterrati all’aereoporto di Fiumicino a Roma, terminal 3. Tanta commozione tra i familiari, che hanno potuto riabbracciare i loro cari, tornati con barba lunga e molto dimagriti.
Antonio Verdecchia è tornato a Gaeta, scortato dalle autorità. Le parole rilasciate ai giornalisti sono poche, ma Verdecchia conferma il pagamento di un riscatto, nonostante non sia a conoscenza dell’ammonto. Il direttore di macchina ha manifestato la sua intenzione di non tornare in mare, e di avere bisogno di un po’ di riposo e tranquillità.
Martedì sono atterrati anche gli altri ostaggi. Il comandante Lubraro Lavadera ha dichiarato di essere molto provato, ma con il cuore colmo di gioia per essere riuscito a portare in salvo il suo equipaggio. Racconta che i pirati di cui sono stati prigionieri durante questi 11 mesi erano diversi dal gruppo “Rosalia d’Amato”, erano più crudeli; i primi mesi sono stati trattati abbastanza bene, ma nel periodo successivo, quando iniziava a scarseggiare anche il combustibile, il gruppo di italiani ha subito notevole pressione, rispetto agli indiani presenti sulla nave. Tuttavia, aggiunge il capitano “c’è un procedimento penale in corso e saranno al vaglio della magistratura, non posso entrare nei dettagli”.
Dopo il ritrovo con i familiari, nella hall del terminal i cinque marittimi sono stati calorosamente accolti da amici e parenti, attesi tra urla di gioia, manifesti e applausi. Tra i cinque il più provato e frastornato è Gianmaria Cesaro, allievo di coperta, che non ce l’ha fatta a rilasciare dichiarazioni; “sono stanco”, ha affermato, ma visibilmente felice ed emozionato per l’accoglienza e l’affetto dei suoi amici e parenti di Piano di Sorrento. I due procidani, Lubrano Lavadera e Crescenzo Guardascione, sono saliti sul pullman insieme a tutti gli altri procidani alle 13.50, per fare ritorno all’isola.
Eugenio Bon, in attesa del suo volo per Trieste, dichiara: “non vedo l’ora di rivedere la mia città: troverò finalmente la Bora ed il fresco dopo il caldo insopportabile che abbiamo sofferto per undici mesi. Se tornerò in mare? Magari sì, su qualche gondola a Venezia”.
Elena Aceto