TRENTO, 10 SETTEMBRE – Un ragazzo di 20 anni, straniero, ha perso la vita questa mattina a Dro (Tn) dopo essersi lanciato col paracadute da una montagna. L’allarme è stato lanciato alle 10.27 alla centrale di Trentino emergenza 118 che immediatamente ha inviato sul posto un elicottero. Il base jumper, secondo i medici del 118, è deceduto sul colpo.
Secondo le prime ricostruzioni, il giovane era in Trentino da circa un mese ed era di nazionalità neozelandese. Il volo che stava compiendo era radente a una parete rocciosa e quindi era una situazione di pericolo. Ma il ragazzo era solito lanciarsi in quel modo, tanto che nello stesso luogo decine di appassionati di questo sport ogni giorno praticano il base – jumping spinti dalla passione, arrivando da tutto il mondo. L’incidente di oggi è stato visto da alcune persone che passeggiavano con il binocolo e osservavano la zona. Hanno chiamato il 118, che ha constatato il decesso e ha allertato il Soccorso alpino per il recupero della salma. Sono intervenuti due tecnici della stazione di Riva del Garda, portati in elisoccorso.
Il giovane, a quanto ricostruito, si era lanciato con la tuta alare per un volo radente, a sfiorare i ghiaioni e la cosiddetta ‘parete zebrata’ della montagna. Si era buttato dal Becco dell’Aquila, uno spuntone di roccia che sporge di circa 80 metri dal monte Brento, per il solito volo di circa 1.100 metri, che porta ad atterrare in un prato sottostante. Era più o meno a tre quarti del percorso, quando ha sfiorato il ghiaione e ha cercato di aprire il paracadute. Ma non è bastato. Le rocce erano troppo vicine e ha sbattuto violentemente, probabilmente perché a quel punto del volo era alla velocità massima, che in genere è intorno ai 200 chilometri all’ora. Il ragazzo non è il primo a perdere la vita: sono state oltre una decina negli ultimi dieci anni le persone morte, più una serie di feriti.
Il Base jumping è nato dal paracadutismo ma è generalmente realizzato a quote molto più basse rispetto a questi ed avviene, inoltre, vicino all’oggetto che funge da piattaforma di salto. Dal momento che i salti base comportano generalmente minori velocità relative (a causa della limitata altezza) un base – jumper raramente raggiunge la velocità terminale. I paracadutisti possono utilizzare il flusso d’aria per stabilizzare la loro posizione, consentendo al paracadute di aprirsi in modo regolare. I base – jumper, cadendo a velocità più basse, hanno un controllo più difficile. L’atteggiamento del corpo al momento del salto determina la stabilità di volo nei primi secondi, prima che la velocità sufficiente si è raggiunta per permettere la stabilità aerodinamica.
Sabrina Bachini