NAPOLI, 19 LUGLIO – De Magistris ha appena annunciato che a fine settembre grazie al suo contributo, nascerà il Movimento Arancione che concorrerà con gli altri partiti alle prossime politiche.
Il sindaco di Napoli rilancia così con ambizioni di livello nazionale, progetti che mirano a fare in modo che il Movimento Arancione divenga un nuovo soggetto politico moderno. La scelta del colore è motivata dal fatto che secondo De Magistris l’arancione ha rappresentato il filo comune del cambiamento che ha investito molte città italiane. Tale movimento dovrà essere rappresentativo di una politica che superi il capitalismo e anche una concezione statalista della società che non è più attuabile. Vuole costruire De Magistris, vuole essere il promotore di un rafforzamento dei rapporti tra i partiti del centro-sinistra, la giunta e il sindaco.
Sono messaggi recenti lanciati in un clima bollente che vige ormai a livello locale. Da poco si è consumato infatti il consueto rimpasto della sua giunta, per aver destituito uno dei suoi assessori più rilevanti, ossia Riccardo Realfonzo, assessore responsabile del Bilancio. Le accuse mosse da quest’ultimo nei confronti di De Magistris sono piuttosto pesanti. Per l’assessore infatti il sindaco pecca non solo di poca duttilità mentale non avendo prestato sufficiente ascolto e anteponendo la politica degli eventi (anche piuttosto scadenti) della città a temi di gran lunga più importanti come la delibera sui residui attivi (solo per citare un esempio) passata dopo molteplici difficoltà.
Sostituito da Salvatore di Palma, presidente del collegio dei revisori dei conti del Comune di Napoli, quello di Riccaldo Realfonzo non rappresenta un caso isolato. Dal suo insediamento sino ad oggi si è completamente sfasciata la giunta che De Magistris aveva costruito per la sua corsa al palazzo San Giacomo. In termini riepilogativi, infatti: Raphael Rossi è stato defenestrato dal ruolo di presidente Asia, Roberto Vecchioni ha rinunciato al forum delle Culture, Pino Narducci, assessore alla sicurezza, è tornato al suo ruolo di magistrato perché contrario ad una politica secondo la quale i comportamenti illegali vanno tollerati e accettati perché regolatori di equilibri del vivere civile e in ultimo, il citato Realfonzo, dedito all’abbattimento di sprechi all’interno di una politica in fondo non molto differente da quella del passato troppo fondata sui dannosi “elementi creativi”.
La rivoluzione arancione aveva due cardini essenziali , legalità e democrazia, entrambe surclassate anche in occasione dell’ultimo rimpasto, avvenuto senza alcun confronto con chi invece in consiglio comunale aveva chiesto una verifica. Molta autorità utilizzata anche per questioni che riguardano la città. Abbiamo assistito a premesse ottime che non rendono i risultati sperati per chi invece spera che il “conto arancio” resti un semplice modalità per creare un conto corrente on-line e non il rendiconto ennesimo di una cattiva gestione della cosa pubblica.
Alessandra Filice