BRINDISI, 16 LUGLIO – Torna l’ipotesi di un complice nell’attentato alla scuola “Morvillo” di Brindisi nel quale è stata uccisa la 16enne Melissa Bassi. A parlarne sarebbe stato l’imprenditore Cosimo Parato che nel 2008 rimase vittima di un attentato di Giovanni Vantaggiato, reo confesso per la bomba alla scuola di Brindisi. Venerdì scorso Parato è stato interrogato dal pm di Brindisi Milto De Nozza e nel corso dell’interrogatorio avrebbe fatto il nome della persona che avrebbe aiutato Vantaggiato a preparare e portare a termine l’attentato. Ora gli investigatori stanno cercando i riscontri alle sue affermazioni. Ma la circostanza è stata categoricamente smentita dal legale dell’imprenditore. Il legale ha specificato: “Cosimo Parato ha fornito agli inquirenti dettagli importanti anche sull’esistenza di un presunto complice di Vantaggiato, ma si è riferito esclusivamente alle vicende che lo hanno riguardato in prima persona e non all’attentato di Brindisi“.
Nel corso delle indagini sull’attentato a Brindisi e su un eventuale complice di Vantaggiato è emersa poco tempo fa anche la testimonianza di qualcuno che aveva visto un uomo robusto e dalle spalle larghe, col naso pronunciato, alto circa 1,80 metri, il quale portava un cappello con visiera. L’uomo è stato visto aggirarsi sul luogo della bomba all’1:30 del 16 maggio. C’è anche chi lo ha visto spingere un bidone della spazzatura in direzione della scuola. Oggetto di sospetto sono anche le interviste rilasciate dal preside della scuola Morvillo Falcone, Angelo Rampino.
Le dichiarazioni del preside sono state contraddittorie. Al momento Rampino è stato sospeso dal suo incarico. L’avvocato difensore di Giovanni Vantaggiato, Franco Orlando, ha ribadito che il suo cliente non avrebbe avuto complici e che quindi non ci sono altre persone che hanno partecipato ai fatti. Il killer di Brindisi potrebbe avere addirittura un mandante. Ci sono ancora dei dubbi che derivano dalla confessione di Giovanni Vantaggiato. Il procuratore di Lecce Cataldo Motta ha parlato della confessione di Vantaggiato, il quale ha ammesso di aver partecipato direttamente all’azione dell’attentato. Però non è stato indicato nessun movente e ci sarebbero delle espressioni che fanno pensare al coinvolgimento di altre persone, che Vantaggiato cercherebbe di coprire.
Cataldo Motta ha spiegato: “Giovanni Vantaggiato ha ammesso la sua diretta partecipazione all’azione criminale, ma non ha voluto indicarne il movente, assumendo un atteggiamento ai limiti dell’offesa all’intelligenza di chi lo interrogava, tendente evidentemente ad occultare il concorso di altri“. Ma ci sono delle indicazioni che possono essere ritenute importanti, secondo quanto detto dal procuratore Motta. Infatti Giovanni Vantaggiato si è lasciato sfuggire, durante l’interrogatorio in Questura, “l’uso del plurale con riferimento al trasporto e alla collocazione del bidone con l’ordigno esplosivo, dovendosi quindi ritenere il coinvolgimento di altri e potendosi altresì ipotizzare l’esistenza di un committente“.
Intanto Veronica, 16 anni, una delle ragazze ferite nell’attentato di Brindisi torna a casa dopo 50 giorni nel centro grandi ustionati di Pisa dove è stata sottoposta a ben cinque interventi chirurgici. “Che bello!” ha esclamato lasciando l’ospedale. Ma allo stesso tempo ha ancora paura all’idea di dover tornare a Brindisi e soprattutto nella scuola dell’attentato.: “E se succede ancora? E se quello esce dal carcere e lo fa ancora” avrebbe chiesto ai suoi genitori. Veronica ha ancora bisogno di medicazioni alle ferite e successivamente di un ciclo di fisioterapiche. “Però sta bene – ha assicurato Antonio Di Lonardo, direttore del Centro Ustioni di Pisa – deve solo recuperare le forze e imparare a convivere con le cicatrici che le rimarranno addosso. Soprattutto quelle psicologiche. Il suo splendido viso di ragazza è indenne e le ferite agli arti inferiori guariranno completamente. Ma ha rischiato di morire e subito un trauma gravissimo. Deve imparare a conviverci per poterlo superare completamente”.
Valentina Ferrari