ROMA, 11 LUGLIO – La situazione si è fatta incandescente ieri in Piazza Montecitorio. Protagonisti, i farmacisti, per niente d’accordo con i tagli previsti per il loro settore dalla spending review. Capofila degli insorti è stata la Presidente di Federfarma, Annarosa Racca. “ Protestiamo contro questa manovra che distrugge il servizio farmaceutico” ha dichiarato, puntualizzando che “si sono fatti dei tagli alla spesa dei farmaci dei cittadini, che è una spesa virtuosa, che sta sotto il tetto”. Al contrario del sostegno che la manovra del governo Monti ha incontrato in sede europea, decisamente meno favorevoli appaiono le posizioni assunte all’interno del paese. Considerando soprattutto che, stando ai dati portati da Federfarma, 20mila posti sono a rischio e i tagli previsti ammonterebbero a 190 milioni.
Tagli “insopportabili”, come li ha definiti la presidente Racca, che mettono a dura prova tutto il sistema. Il nodo più discusso del decreto, arrivato al Senato, prevede un tetto di spesa dell’ 11,5% per la farmaceutica territoriale, sfondato il quale si innesca un meccanismo di ripiano a carico della farmacia stessa; per lo sfondamento del tetto della spesa farmaceutica ospedaliera, invece, il meccanismo di ripiano prevede che il 50% sia a carico delle aziende farmaceutiche- diversamente da quanto accadeva fino ad oggi, completamente a carico delle regioni. Ciò metterebbe a dura prova la sopravvivenza di numerosi esercizi, molti dei quali nati da poco grazie alle liberalizzazioni.
La protesta di ieri, a suon di fischietti e megafoni alla mano, appare dunque solo al primo atto. Federfarma ha infatti annunciato uno sciopero per il 26 luglio, quando a restare aperte saranno solo le farmacie di turno. Sarà meglio premunirsi di aspirine- magari prima della grande serrata.
Federica Sterza