ROMA, 7 Giugno – Pare si sia arrivati ad un punto di svolta nell’indagine condotta dalla procura di Lecce sul caso dell’ attentato alla scuola superiore Morvillo Falcone di Brindisi. Sebbene il capo della polizia non si sia sbilanciato nelle interviste rilasciate in questi giorni, sarebbe nota l’identità del responsabile dell’esplosione costata la vita a Melissa Bassi, la sedicenne vittima dell’attentato.
Si tratterebbe di un benzinaio sessantottenne di Copertino, in provincia di Lecce. L’uomo, G. V., è stato fermato dalle forze dell’ordine e sottoposto ad un lungo interrogatorio in Questura. Su Vantaggiato ci sarebbero sospetti definiti “significativi”. Sarebbe stato inoltre sequestrato materiale ritenuto rilevante per le indagini. L’uomo sarebbe stato incastrato dalle immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza il giorno dell’attentato. L’auto del sospettato sarebbe stata ripresa nei pressi della scuola prima dell’esplosione, insieme a quella e si presume appartenga ad uno dei suoi familiari.
Il movente. L’uomo avrebbe agito per vendetta privata, anche se al momento non è stato confermato ufficialmente. Una delle motivazioni potrebbe essere legata al preside Angelo Rampino,che ha prontamente smentito “Non ho titolari di pompe di benzina come nemici”. L’altra potrebbe essere quella che vede il Vantaggiato vittima di ingiustizia durante un processo, il che l’avrebbe portato a scagliarsi contro la scuola intitolata ai due magistrati Falcone e Morvillo.
Intanto il capo della Polizia Manganelli precisa: “non si tratta né di mafia né di Fai” come precedentemente ipotizzato. L’attentato di Brindisi non è opera né della mafia né degli anarcoinsurrezionalisti: lo aveva detto Antonio Manganelli, rivelando che il giorno della tragedia “i detenuti della Sacra Corona Unita hanno fatto un telegramma di solidarietà alla famiglia di Melissa: un segnale specifico per dire noi non ci entriamo. E anche per quanto riguarda la Fai faccio fatica a immaginare che sia opera loro un attentato così vigliacco”.
Antonia Silvestro