BOLOGNA, 31 Maggio – In occasione di questi terremoti, come nel caso di altri eventi simili, si sono diffuse una notizie del tutto prive di fondamento, che contribuiscono a creare panico e disinformazione. E anche stavolta per il terremoto in Emilia Romagna si cerca di attribuirne la causa ad un errore umano, ma la smentita arriva direttamente del Ministero dello sviluppo il quale dichiara che non sono mai state usate tecniche di fratturazione idraulica nelle zone dove, in questi giorni, persevera lo sciame sismico. Soprattutto sui social network si leggono parole come fracking o trivellazione che i più ignorano, creando così una falsa idea sulla veridicità della calamità naturale che ha messo ko l’intera Romagna.
Ma capiamo meglio cosa è il fenomeno di ” fracking” di cui si parla tanto. È una tecnica utilizzata in Usa, Canada e solo marginalmente in nord Europa per lo sfruttamento di gas (metano) in sedimenti argillosi superficiali. Si tratta di gas disperso in modeste quantità nel sedimento, che in passato non veniva preso in considerazione, ma che ora può rappresentare una risorsa. Per aumentare il prelievo, si utilizzano tecniche di microfratturazione idraulica del sedimento. In alcuni casi questa tecnica crea una micro-sismicità che può essere problematica proprio perché riguarda sedimenti piuttosto superficiali. In Francia infatti hanno sospeso le prime ricerche.
In Italia non esistono sedimenti che contengano metano sfruttabile in modo significativo (shale-gas) e quindi non ci sono al momento investimenti in questo tipo di ricerche. Inoltre nessuna di queste ricerche o sfruttamento può essere fatta “di nascosto” perché richiedono impianti complessi e visibilissimi. Non esistono nel sottosuolo della nostra pianura “caverne, serbatoi o voragini”.
I motivi per i quali la gente ha pensato subito al fenomeno fracking sono state le strane fuoriuscite d’acqua dal terreno prima del terremoto del 19 maggio in Emilia Romagna. L’evento è accaduto a Bondeno (Ferrara), con la fuoriuscita di acqua e sabbia provocata dall’aumento del livello dell’acqua di falda che ha preceduto le scosse. Ma la sabbia che abbiamo visto fuoriuscire dalle fratture e dai pozzi viene dagli strati sabbiosi presenti nelle prime decine di metri di profondità del sottosuolo, trascinata dall’acqua per effetto della propagazione delle onde sismiche.
Valentina Ferrari