ROMA, 18 Maggio – Un patto tra i partiti per escludere dalle liste elettorali i rinviati a giudizio e i condannati in primo grado. È la proposta del presidente della camera Gianfranco Fini che, nel corso del “Meeting dei giovani” a Pompei, è intervenuto di fronte ad una platea di studenti delle scuole superiori. “Fa parte della mia cultura giuridica credere che sia giusto che ogni cittadino sia innocente fino al terzo grado di giudizio – ha sottolineato Fini – un principio giusto, ma i partiti quando fanno liste o nomine tengano fuori chi è già stato condannato in primo grado o in attesa di giudizio.” Immediata la replica del leader dell’Idv, Antonio di Pietro: “Se vogliamo fare sul serio approviamo subito una norma che impedisca ai condannati di entrare in Parlamento” ha detto di Pietro, sottolineando come una soluzione di questo tipo sia stata proposta da tempo dal suo partito. “Qualunque sia la legge elettorale che si varerà – prosegue il leader dell’Idv – si inserisca nelle disposizioni il divieto per i condannati ad essere candidati così come si impedisca ai rinviati a giudizio per reati gravi di essere non solo candidati ma anche di continuare a svolgere incarichi di governo, sia centrale che locale. Si passi dalle parole ai fatti”.
Il presidente della Camera, nel corso dell’incontro a Pompei, ha inoltre spronato i suoi colleghi di Montecitorio ad approvare “sollecitamente il ddl anticorruzione, perché già troppo tempo è passato e, soprattutto, va ricordato che siamo uno dei pochi Paesi che non hanno ratificato la Convenzione di Strasburgo.” Altro tema caldo su cui Fini si sofferma è quello della legge elettorale, attualmente al centro di una serie di proposte di riforma: “Spero anche io che la legge elettorale venga cambiata e che ognuno possa scegliere il suo candidato. È giusto ridare agli elettori la possibilità di scegliere l’eletto, ma attenti che le preferenze non risolvono tutto” ha precisato la terza carica dello Stato. Riguardo al numero degli eletti e ai costi della politica, il giudizio di Fini è drastico. Quello che va riformato è il sistema politico nell’insieme, un sistema “troppo pesante, sulle spalle di una società che comincia ad avere il fiato corto. Il numero degli eletti è eccessivo. Non possiamo più permetterci 945 parlamentari e circa mille consiglieri regionali”. La proposta formulata dal presidente della Camera è quella di “tagliare il costo complessivo del sistema riducendo e semplificando. La politica deve costare di meno e deve essere soprattutto più snella”. L’intervento di Fini tocca anche la drammatica situazione delle nostre carceri: “E’ arrivato il momento di depenalizzare e adottare misure alternative al carcere, come in altri Paesi, tenendo conto che lo scopo della pena è la riabilitazione.”
Francesca Garreffa