Il rebus dell'agguato a Roberto Adinolfi

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GENOVA, 10 Maggio A quattro giorni dall’attentato a Roberto Adinolfi, l’ad di Ansaldo Nucleare, gambizzato lunedì mattina a pochi passi dalla sua abitazione in via Montello, i Ros avrebbero chiesto ai magistrati di ascoltare le conversazioni di un soggetto, in particolare quelle avvenute a partire dal primo giorno dell’anno in corso. Sarebbe quindi stato individuato un nome ben preciso nelle indagini, che potrebbe portare al responsabile della gambizzazione di Adinolfi, che potrebbe essere avvenuta anche da parte di una donna. Nell’inchiesta si tiene conto di diverse piste, come quella vetero-brigatista, quella anarco-insurrezionalista e anche quella commerciale.

Una prima rivendicazione per l’agguato al dirigente di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi è arrivata sul web, ma gli inquirenti frenano. Sull’edizione piemontese del network indipendente Indymedia è infatti apparso lunedì sera, poche ore dall’attentato, un testo dal titolo “Contro la violenza dei padroni, violenza rivoluzionaria”, firmato dal GAP, Gruppi Armati Proletari. Gli inquirenti però sono propensi a definirlo più un “documento di appoggio” che una vera rivendicazione. Al momento le indagini sono in corso e non si esclude nessuna pista.

Nonostante la dinamica dei fatti faccia pensare a un agguato in stile Br, gli inquirenti stanno vagliano tutte le piste, comprese quelle che porta in Europa dell’Est dove il gruppo Ansaldo Nucleare ha preso alcune commesse. Il documento non sembra una vera rivendicazione: si esulta per il gesto e si critica il governo Monti, ma non sembra esserci nessuna ammissione di responsabilità. “L’azione non è stata finora rivendicata e non risulta che la vittima abbia ricevuto minacce“, ha infatti confermato anche il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri nel corso dell’informativa alla Camera sull’episodio. Condanna forte da parte del Governo per un gesto che “desta preoccupazione” soprattutto per il ruolo che il gruppo Ansaldo ha avuto negli anni di piombo nella lotta all’eversione.

Intanto sulla vicenda è intervenuto anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha spiegato che il terrorismo “non si ripeterà, nemmeno in forme di bieca e micidiale farsa“. Le parole di Napolitano sono molto chiare: “quanti fossero tentati di mettersi su quella strada sono dei perdenti e non si illudano di intimidire lo Stato“.

Valentina Ferrari

Fonte Immagine: tg24.sky.it

 

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