Giallo Bergamini: non è suicidio, si parla evirazione

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ROMA, 22 AprileColpo di scena nel caso di Denis Bergamini: il calciatore del Cosenza morto il 18 novembre del 1989 per suicidio secondo la Procura della Repubblica di Castrovillari. Il giocatore si sarebbe fatto investire volontariamente da un camion lungo la statale 106 jonica a Roseto Capo Spulico. Ad avvalorare ciò la testimonianza della fidanzata del giocatore che era insieme a lui quando morì, e del camionista. I familiari del giocatore, originario di Boccaleone di Argenta (Ferrara), nella figura del padre e della sorella  non hanno mai creduto al suicidio e hanno presentato un esposto sulla base del quale è stata aperta la nuova inchiesta. A redigere la perizia fu nel 1990 il medico legale Francesco Maria Avato, poi riportata dal Quotidiano della Calabria secondo cui  Bergamini fu evirato e morì dissanguato.

Nuova tesi per gli inquirenti secondo cui l’evirazione e pertanto la morte per dissanguamento sono attribuibili a questioni legate a fatti passionali, cade la pista del camion paragonata ad una  messinscena.Il professore Roberto Testi, perito nominato dalla Procura di Castrovillari, è giunto alla conclusione che Bergamini, quando fu travolto dal camion, in realtà fosse già morto. Secondo il procuratore della Repubblica di Castrovillari: ”Il calciatore Bergamini ha subito una devastazione di tutta la zona del bacino. La perizia fatta a suo tempo non ha dimostrato che le lesioni subite dal giocatore, che sono quelle descritte, siano state provocate volontariamente, ma sono piuttosto la conseguenza di uno schiacciamento della zona del bacino da parte delle ruote di un mezzo pesante”.

Stefano Parisi

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