L’equivoco dei ticket ai disoccupati: i tecnici e le loro figuracce

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ROMA, 20  Aprile – Si solleva un  polverone sulla riforma Fornero ed in particolare sulla parte riguardante i ticket ai disoccupati. In commissione Senato viene a galla che la riforma del ministro Fornero comprende anche l’esclusione dall’esenzione dal ticket  su esami e prestazioni sanitarie per i disoccupati e i loro familiari entro un certo tetto di reddito (8.263,31 euro). Per dirla in parole ancor più intellegibili, chi ha un reddito molto basso e lotta per arrivare a fine mese, verrà maggiormente penalizzato. Una riforma che non manca d’ironia si dovrebbe sottolineare.

Il Pd insieme all’Idv, chiama a comando l’esercito, aizzando i combattenti contro quella norma, quella che dovrebbe essere una norma “salva lavoro” in un certo senso, o per lo meno, tutelante la vita, la serenità di chi un lavoro non ce l’ha senza renderla ulteriormente affannosa e ardua. Si vocifera un passo indietro del ministero del Welfare, che precisa che il ticket rimarrà gratuito per i disoccupati. Le “voci di corridoio” sull’esenzione gratuita del ticket, sono nate per via di un equivoco, che presto verrà cancellato da un emendamento. La svista sembra  presente anche nella relazione illustrativa del provvedimento, che a quanto pare riguardasse anche i ticket per i medicinali, che invece sono competenza esclusiva delle Regioni.

Ci risiamo. Il solito Governo italiano che precipita in un errore esecutivo o quasi, visto che Elsa Fornero e il Welfare, assicurano una “pronta guarigione” del provvedimento, affermando di possedere da subito la proposta di modifica che verrà presentata durante l’iter del testo a Palazzo Madama. Ciò non toglie i validi dubbi sull’approvazione della norma in definitiva. Il nostro ministro per la Pubblica Amministrazione e Semplificazioni, vorrebbe agire sui licenziamenti statali nel momento in cui il numero degli operatori a servizio di un’azienda si riveli superiore all’effettiva necessità. Bene, ministro Griffi, cominci dai 945 parlamentari italiani, “lo Stato non è un ammortizzatore”!

Valeria Racano

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