ROMA, 19 Aprile – Silvio Berlusconi è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Bari con l’accusa di aver istigato, insieme a Valter Lavitola, l’imprenditore barese Giampaolo Tarantini a mentire “o comunque a non rendere dichiarazioni” ai pm riguardo alle feste che si svolgevano nelle residenze dell’ex Presidente del Consiglio.
La notizia è emersa nel corso dell’interrogatorio di garanzia dell’ex editore dell’Avanti, Valter Lavitola, detenuto nel carcere di Poggioreale per corruzione internazionale e diversi reati finanziari. 850 mila euro, questa la cifra utilizzata per comprare il silenzio dell’imprenditore barese sulle notti a Palazzo Grazioli e Villa Certosa, e sul giro di escort che lo stesso Tarantini ingaggiava per movimentare le serate dell’ex premier. Una cifra arrivata solo in parte nelle mani del destinatario, sotto forma di uno stipendio mensile di 20 mila euro, che doveva servire a coprire le spese della sua famiglia a Roma. Una parte dei 500 mila euro chiesti da Giampi Tarantini all’allora Presidente del Consiglio per avviare una nuova attività imprenditoriale fu infatti “trattenuta” dallo stesso Lavitola, che doveva svolgere il ruolo di intermediario tra Tarantini e Berlusconi.
In cambio di quei soldi, l’imprenditore barese avrebbe dovuto negare che il Cavaliere sapesse che le donne che frequentavano le sue residenze erano escort. È infatti evidente il devastante impatto politico che rivelazioni di questo tipo avrebbero avuto per l’ex premier, con il prevedibile danno di immagine che ne sarebbe derivato. Non solo. Le pressioni che Berlusconi avrebbe esercitato su Tarantini erano mirate ad impedire che le intercettazioni telefoniche, acquisite dai pm di Bari nel corso dell’inchiesta sul giro di escort dell’imprenditore barese, venissero depositate e di conseguenza fossero rese pubbliche. Tarantini avrebbe perciò dovuto chiedere ai giudici un patteggiamento, garantendo in questo modo che quelle registrazioni, seriamente compromettenti per l’ex Presidente del Consiglio, rimanessero segrete.
Ora, da quanto emerge dal lungo interrogatorio di ieri di Valter Lavitola, Berlusconi è stato iscritto, insieme all’ex editore dell’Avanti, nel registro degli indagati della Procura di Bari. Ad entrambi è stato infatti notificato un avviso di proroga delle indagini, firmato dal procuratore aggiunto Pasquale Drago. Lavitola ha annunciato la sua disponibilità a collaborare. Il faccendiere salernitano ha già iniziato a tradurre in pratica quanto dichiarato, rispondendo alle numerose domande del gip durante l’interrogatorio di garanzia. Si apprende inoltre che, non appena atterrato a Fiumicino, Lavitola avrebbe consegnato alla procura di Napoli un voluminoso dossier sulla vicenda.
Francesca Garreffa