ROMA, 14 Aprile – E’ stato il gip del Tribunale di Roma, Nicola Di Grazia, a firmare il provvedimento emanato oggi, che ha portato al maxisequestro, ad opera degli agenti della Guardia di Finanza, dei beni della famiglia Anemone. Si tratta di proprietà che complessivamente ammontano ad oltre 32 milioni di euro. Tra queste figurano anche le palazzine G e H del famoso complesso sportivo “Salaria Sport Village”, comprese di piscine, che erano già finite sotto sequestro qualche mese fa, durante il processo sui Mondiali di Nuoto a Roma.
Gli inquirenti attribuiscono a Diego Anemone, la moglie Vanessa Pascucci e lo zio Luciano, i reati di appropriazione indebita e riciclaggio. I legali degli Anemone si dicono pronti a chiedere il dissequestro di tutto – dal momento che ritengono la valutazione delle proprietà, da parte dei magistrati, eccessiva rispetto a quella reale – facendo appello al Tribunale del Riesame. Il nome di Diego Anemone non ci suona nuovo, poiché è uno dei protagonisti dell’inchiesta che riguarda gli appalti sul G8, insieme a quello di Bertolaso e Balducci, la nota “cricca Grandi Eventi”.
Norma Pasi