TARANTO, 28 Marzo – Nel corso della decima udienza in Corte d’Assise alcune testimonianze hanno portato all’acquisizione di nuove prove che potrebbero portare ad una svolta nelle indagini. Dalle nuove analisi dei tabulati sembra che il cellulare di Cosima Serrano, il giorno e all’ora del delitto, fosse agganciato alla stessa cella Gsm di quello di Sarah, riferisce il comandante dei Carabinieri del Ros di Lecce tenente colonnello Paolo Vincenzoni. Il comandante ha spiegato che “la tecnologia utilizzata consente di verificare in determinati punti quali sono le celle serventi, cioè dove si accampano gli apparecchi cellulari garantendo i segnali migliori”. “Il telefono della vittima è a tecnologia Umts – ha sottolineato Vincenzoni – quando le celle Umts non sono in grado di garantire il servizio subentrano o il Gsm 1800 mhz e quando anche questo non è in grado, subentra il Gsm 900 mhz come nel caso specifico”.
L’indizio fornito tramite la testimonianza dei Ros potrebbe portare ad una svolta nel caso perché in casa Misseri i cellulari agganciano normalmente alla rete Umts e c’è un unico posto dove è possibile prendere solo la rete Gsm: il punto del garage dove si trovava agganciato lo stesso telefonino di Sarah all’ora del decesso. E il cellulare di Cosima era collegato a quell’unica cella alle 15.25 di quel 26 agosto. Secondo quanto riferisce il gestore quel giorno non ci furono anomalie alla rete Vodafone nella zona di Avetrana e questo particolare avvalorerebbe la tesi dell’attendibilità del nuovo indizio. La Corte si è riservata di decidere. Per ultimo è stato ascoltato il maresciallo capo dei carabinieri del Racis Giuseppe Piro, esperto in ingegneria elettronica, che ha fornito chiarimenti sugli accertamenti eseguiti sulle celle telefoniche dei cellulari di Sarah Scazzi e di alcuni imputati. Prossima udienza il 3 aprile per l’audizione di 8 testimoni citati dalla procura di Taranto.
Valentina Ferrari