ORISTANO, 22 Marzo – A 152 giorni dal rapimento, Rossella Urru, la cooperante italiana originaria di Samugheo, provincia di Oristano, compie trent’anni. La famiglia la festeggia, chiedendo allo stato d’impegnarsi per la liberazione della ragazza.
La giovane volontaria sarda, cooperante internazionale al servizio del Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli (CISP) è stata rapita il 22 ottobre in Algeria, nel Centro Volontari di Rabuni, nella Repubblica araba saharawhi democratica. Insieme a lei, nel blitz notturno, sono stati portati via altri due cooperanti, Enric Gonyalons, dell’associazione iberica Mundubat, e Ainhoa Fernandez de Rincon, del gruppo “Amici del popolo saharawi dell’Estremadura”. Tre settimane fa la notizia della liberazione, poi smentita, aveva fatto pensare ad una trattativa andata a buon fine.
Secondo il Fronte Polisario (fronte di liberazione nazionale del popolo Saharawi) i tre ragazzi si troverebbero in Mali, al confine con il Niger. il capo del protocollo per i rifugiati saharawi di Rabuni, Abibullah Mohammed. Ha precisato che i tre sarebbero stati presi in ostaggio da un gruppo di “criminali comuni”. La sigla criminale Jamat tawhid wal jihad fi garbi Afriqqiya (Movimento unito per la jihad in Africa occidentale), l’organizzazione terroristica dissidente di al-Qaeda nel Maghreb islamico ha rivendicato a dicembre scorso il triplice sequestro, presentando un video.
La famiglia della ragazza ricorda oggi, nel giorno del trentesimo compleanno della figlia, la necessità di non dimenticare la vicenda. Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, risponde mandando un “saluto caro ed affettuoso” ai familiari della Urru e sottolineando che l’operazione per la sue liberazione è ancora in atto, ma viene condotta in maniera “discreta”.
Matilde Cristofoli