ROMA, 21 Marzo – Il testo del disegno di legge governativo per la riforma fiscale è pronto e in settimana sarà sottoposto all’esame del Consiglio dei Ministri per l’approvazione. Giovedì scorso, durante l’incontro con gli esponenti della maggioranza, il viceministro Grilli ha illustrato le principali misure che verranno incluse nel ddl. Si tratta di una delega ad ampio respiro che tocca diversi punti, dalla lotta all’evasione fiscale al riordino della tassazione su imprese e professionisti, passando per una riforma complessiva del catasto. In particolare, il governo sta studiando un nuovo sistema per alleggerire la pressione fiscale, con un occhio di riguardo per i redditi più bassi e per i carichi familiari. Nell’articolo 5 del ddl si precisa, infatti, che i proventi generati dalla lotta all’evasione, misurati con un’apposita metodologia, saranno impiegati per ridurre la pressione fiscale e, a tal fine, confluiranno in un apposito fondo destinato a finanziare gli sgravi fiscali. Oltre che dai nuovi strumenti anti-evasione, le risorse dovrebbero arrivare anche dalla “spending review”, il processo di revisione della spesa pubblica.
Un capitolo a parte è invece quello relativo al catasto. Il governo illustra la necessità di riformare il meccanismo di calcolo delle imposte sugli immobili, divenuto ormai obsoleto (i valori usati per determinare le rendite catastali risalgono ad oltre vent’anni fa). Si passerà quindi, con il coinvolgimento dei Comuni, ad un sistema più aggiornato, che richiederà però diversi anni per essere messo in pratica. Verranno utilizzati criteri quali la localizzazione dell’immobile, la sua qualità e la superficie in metri quadri, anziché l’articolazione in vani. Inoltre, il nuovo sistema di calcolo prenderà come punto di riferimento il valore di mercato dell’immobile, misurato sui livelli medi triennali e sulla localizzazione dell’edificio.
La riforma del catasto è strettamente legata all’introduzione dell’Imu, l’Imposta Municipale Unica che sostituisce l’Ici. A tal proposito, nella relazione illustrativa del provvedimento, viene precisato che “il decreto salva-Italia ha operato un aumento automatico e indifferenziato delle rendite catastali dei fabbricati ai soli fini dell’imposta patrimoniale (Imu). Il prezzo è stato però un aumento anche delle sperequazioni esistenti.” Attraverso la riforma del catasto, il governo si propone perciò di “procedere oltre, mantenendo invariato il carico tributario, ma ripartendolo diversamente, per cancellare o ridurre tali sperequazioni”. In sostanza, la nuova riforma, nelle intenzioni del governo Monti, dovrà essere a costo zero, in quanto all’adeguamento dei valori corrisponderà una riduzione delle aliquote. “La revisione del catasto, che richiederà qualche anno per il completamento – si legge infatti nella relazione – non dovrà comportare aumenti del prelievo; le maggiori rendite saranno compensate da riduzioni di aliquote (…) con particolare riferimento alle imposte sui trasferimenti”. Misura, quest’ultima, volta ad evitare che dalle revisione delle rendite catastali si generi un aggravio del carico fiscale, con il rischio di una nuova stangata per i cittadini.
Francesca Garreffa