Sicilia: petroliera si incaglia a causa del maltempo, messo in salvo l’equipaggio

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ROMA, 11 Marzo – Una petroliera si è incagliata ieri mattina a ridosso della costa nei pressi di Siracusa a causa della forte mareggiata e delle pessime condizioni climatiche che hanno fatto perdere il controllo della nave: le 19 persone a bordo sono state tutte messe in salvo con l’utilizzo di elicotteri.

La petroliera italiana “Gelso M.”, lunga 150 metrie diretta ad Augusta, si è incagliata ieri mattina intorno alle 9 vicino Punta Santa Panagia, nei pressi di Siracusa, un’area marina protetta del Plemmirio. Il capitano della “chimichiera”, come specificano fonti della Capitaneria di porto, avrebbe perso il controllo della nave a causa delle pessime condizioni meteorologiche che imperversano in questi giorni in Sicilia, dove le raffiche di vento hanno raggiunto i 40 nodi e i nubifragi hanno creato gravi problemi alla circolazione. Così, vista l’impossibilità di governare la nave, lo stesso capitano ha ordinato l’abbandono dell’unità, inviando una richiesta d’aiuto. Immediato è stato quindi l’intervento della Guardia Costiera di Catania, che ha assunto il coordinamento delle operazioni di soccorso spedendo tempestivamente due elicotteri sulla zona interessata e richiedendo anche la presenza di un elicottero della Marina militare e dell’Aeronautica. In questo modo sono state portate in salvo le 19 persone a bordo, tutte in ottima salute e senza aver riportato ferite.

Anche se per il momento non sono state riscontrate tracce di inquinamento in mare, l’associazione ambientalista Greenpeace ha commentato l’accaduto: «L’incagliamento della Gelso M è un ennesimo esempio di un disastro navale che solo per caso- la nave non era carica di petrolio- non è diventato anche un disastro ambientale di grandi proporzioni. Resta da verificare se il carburante a bordo, il cui quantitativo non è ancora noto, non rischi di sversare in mare. Nessuno ha ritenuto opportuno fermare – aggiunge Greenpeace – una nave di oltre 11.400 tonnellate. Purtroppo, le tempeste eccezionali stanno diventando sempre più frequenti, come previsto da tutti i modelli relativi all’impatto dei cambiamenti climatici. Greenpeace ha già chiesto che almeno nelle aree sensibili, come gli stretti pericolosi e le aree protette, sia prevista la possibilità di fermare temporaneamente il traffico navale in caso di condizioni meteo avverse». La stessa associazione ha voluto poi ricordare l’incidente della motonave Rena, in Nuova Zelanda, dove lo sversamento di 350-400 tonnellate di carburante ha ucciso 20mila uccelli e inquinato decine di chilometri di costa.

Chiara Cavaterra

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