ROMA, 9 Marzo – La Polizia scientifica di Palermo ha attribuito i resti di uno scheletro, trovato nel settembre 2009 a Corleone, al sindacalista della Cgil Placido Rizzotto, rapito dalla mafia il 10 marzo del 1948 e poi ucciso. I resti erano stati trovati dagli agenti del commissariato di Corleone in una foiba della località Rocca Busambra. Comparati a quelli, riesumati, di un congiunto di Rizzotto, morto anni fa per cause naturali, è stato possibile risalire all’identità del partigiano-sindacalista.
Esponente del partito socialista, Rizzotto fu rapito a 34 anni mentre stava andando a una riunione politica. Impegnato a fianco del movimento contadino, che lottava contro la mafia e il latifondo, da segretario della Camera del lavoro di Corleone organizza la rivolta per l’occupazione delle terre che erano in mano ai mafiosi, sostenuti dal boss nascente Luciano Liggio, che farà sparire il corpo di Rizzotto, ritrovato dopo alcuni mesi. Liggio sarà assolto per insufficienza di prove, mentre Giuseppe Letizia, un bambino che faceva il pastore e che assistette all’assassinio, fu ucciso anche lui. Delle indagini si occupò l’allora giovane capitano dei carabinieri Carlo Alberto dalla Chiesa, che arrestò due mafiosi, Pasquale Criscione e Vincenzo Collura, che prima confessarono l’omicidio e poi si rimangiarono tutto. Anche per loro venne usata la formula dell’assoluzione per insufficienza di prove.
Il ritrovamento del corpo di Placido Rizzotto è stata una soddisfazione anche dalle istituzioni di Corleone, come dichiarato dal sindaco Antonino Iannazzo. Ora la famiglia avrà una tomba su cui piangere il suo caro.
Valentina Ferrari