ROMA, 8 Marzo – Due terzi dei pesci serviti nei ristoranti italiani sono di provenienza estera. Ecco il dato allarmante diramato da Coldiretti Impresa Pesca, che mette in luce il terribile difetto che affligge il sistema di importazione e tutto il mondo della pesca in Italia. Il nostro paese è circondato da mari pescosi ma la maggior parte del pesce è estero e spesso allevato con metodi poco sicuri per non dire dannosi. In molti paesi infatti è possibile effettuare sul pesce un trattamento antibiotico considerato estremamente nocivo in Europa.
Il problema è della tracciabilità: la legge italiana prevede infatti che il pesce debba essere accompagnato da etichetta di provenienza fino alla destinazione finale, che sia il mercato o la cucina di un ristorante, ed è qui che nascono i problemi. Una volta al ristorante, indicare la provenienza del pesce non è più obbligatorio. Ecco allora che il cliente meno esperto, convinto di degustare prelibatezze dei nostri mari, si vede servire pangasio del Mekong spacciato per cernia, halibut al posto della sogliola, vongole turche e gamberetti cinesi. Poche regole ma efficaci: diffidare dei prezzi troppo bassi, e preferire il pesce intero ai tranci, più facili da “taroccare”. Si spera che un giorno sul menù del ristorante si possa leggere anche la reale provenienza del pescato. E’ ciò per cui si batte Coldiretti Impresa Pesca, l’estensione dell’etichetta di origine ai ristoranti, la carta d’identità del pesce, dalla nascita alla tavola.
Valentina Ferrari