ROMA, 6 Marzo – Il governo è al lavoro per uscire dall’empasse generata dall’articolo 27 bis del decreto Liberalizzazioni, che rende nulle tutte le commissioni bancarie in caso di concessione di linee di credito. Dopo le dimissioni di Giuseppe Mussari e dei vertici dell’Associazione bancaria italiana, le forze politiche stanno studiando un modo per riformulare la disposizione che ha scatenato il contrasto con l’Abi, introducendo una norma salva-banche.
La soluzione in realtà è già pronta ed ha la forma di un’aggiunta all’articolo in questione in cui si dispone che la nullità delle commissioni bancarie si applicherà soltanto “alle banche che non si adeguano alle norme sulla trasparenza ai sensi della delibera del Cicr, adottata ai sensi dell’art. 117/bis del Codice bancario.” Quello che però complica le cose è lo strumento legislativo in cui inserire la norma modificata. Infatti, la via più semplice sarebbe quella di ricorrere allo stesso decreto Liberalizzazioni, ora all’esame della Camera, ma l’ostacolo è nei tempi di approvazione strettissimi del decreto (il dl scade il 24 marzo e Montecitorio concluderà l’esame del testo soltanto il 22 marzo), senza contare il timore che la modifica potrebbe aprire la strada ad ulteriori emendamenti da parte dei deputati. La seconda ipotesi è quella di inserire la modifica nel decreto Semplificazioni, ora alla Camera, ma anche in questo caso si presentano due problemi di difficile soluzione: il decreto verrà approvato circa due settimane dopo il dl liberalizzazioni, con la conseguenza che la norma sarebbe temporaneamente in vigore; inoltre c’è la questione dell’ammissibilità dell’emendamento perché considerato materia estranea al decreto. L’ultimo strumento preso in considerazione è un disegno di legge di iniziativa parlamentare ad hoc da approvare in tempi rapidi, possibilmente in concomitanza con il dl Liberalizzazioni, che metta fine alla questione. Ma anche questa ipotesi appare poco credibile, come spiegano alcune fonti parlamentari.
In sostanza, il nodo è ancora da sciogliere e la questione appare particolarmente delicata perché il governo non vuole dare l’impressione di essere stato messo sotto ricatto dalle banche. Intanto, dall’Abi fanno sapere che il Consiglio e il Comitato esecutivo dell’Associazione si riuniranno mercoledì prossimo e che, con ogni probabilità, respingeranno le dimissioni di Mussari e del comitato di presidenza.
Francesca Garreffa