La Coca Cola e la raccolta delle arance in Calabria, disdetti i contratti

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ROMA, 27 Febbraio – Sembra di essere tornati in tempi ormai remoti dove gli immigrati venivano sfruttati fino all’osso, ma dopo anni sembra non essere poi cambiata più di tanto la situazione. È quello che accade a centinaia di immigrati africani che raccolgono negli agrumeti calabresi le arance per la produzione della Fanta, percependo uno stipendio a dir poco da fame. Adesso a quanto pare, la Coca Cola sembra aver oltretutto disdetto le ordinazioni alle aziende della Piana di Rosarno, e a divulgare la notizia è lo stesso sindaco della città, Elisabetta Tripodi, la quale si è mostrata ampiamente preoccupata per le ripercussioni economiche, ma anche sociali che tale decisione potrebbe causare al territorio.

Il caos sembra essere nato da un’inchiesta ad opera di The Ecologist, rivista inglese che si stava occupando dello sfruttamento della manodopera africana in quel della Calabria. L’azienda infatti acquisterebbe a costi piuttosto esigui il succo d’arancia concentrato da aziende calabresi, motivo per cui gli immigrati vengono pagati 25 euro per una giornata lavorativa pari a 14/15 ore. “Il prezzo che pagano le multinazionali non è giusto, così costringono le piccole aziende dell’area a sottopagare gli operai. Basterebbe che le multinazionali pagassero il giusto prezzo di 15 centesimi  e la situazione cambierebbe radicalmente”, ha così affermato Pietro Molinaro presidente della Coldiretti Calabria, intervistato da The Ecologist.

Pronta la Coca Cola a respingere tutte le accuse, tanto da arrivare a disdire gli ordini con le aziende del territorio calabrese per salvaguardare la propria immagine. “Al danno si aggiunge la beffa. Il proprietario di un’azienda di trasformazione delle arance mi ha telefonato per comunicarmi che la Coca Cola ha disdetto il contratto per tutelare la sua immagine. Se la notizia verrà confermata la nostra economia subirà un danno devastante. Il vero problema  è che gli agricoltori non raccolgono il prodotto perché il prezzo è troppo basso. Questa situazione ha quindi provocato un impoverimento di tutto il settore ed è ovvio che a risentirne sono anche i lavoratori.” Questo lo sfogo del sindaco. In effetti se la raccolta subirà un arresto, la situazione potrebbe rivelarsi pericolosa con risvolti presumibilmente violenti da parte degli immigrati sfruttati.

Sabrina Spagnoli

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