PALERMO, 22 Febbraio – Cosa Nostra sbarca anche nella lotteria. E’ il metodo di taglieggiamento messo su dalla mafia a Palermo che ha portato all’arresto di cinque persone con l’accusa di estorsione aggravata dall’aver agevolato la mafia. Per costringere i negozianti a pagare il pizzo, la mafia li costringeva ogni settimana ad acquistare dei blocchetti di biglietti della lotteria a 90 euro ciascuno.
Con la vendita di questi blocchetti, Cosa Nostra nascondeva l’imposizione del pizzo dietro un’attività clandestina e molto popolare nel capoluogo siciliano. L’attività, inoltre, permetteva alla cosca mafiosa di guadagnare 9000 euro a settimana, somma che andava ad aggiungersi alle altre estorsioni. La vicenda è emersa nell’ambito delle indagini che hanno portato il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Palermo a scoprire un gruppo di estorsori che dal 2007 costringevano una pasticceria palermitana a versare, oltre le somme previste per le festività di Natale e Pasqua, un contibuto per le famiglie dei carcerati e a fornire ai boss anche prodotti della pasticceria per 750 euro.
L’inchiesta è la prosecuzione di una indagine del DDA nata durante la ricerca del boss Gianni Nicchi, arrestato a fine 2009, e che è riuscita a ricostruire l’organigramma del clan dei Pagliarelli. La somma esigua che le vittime dovevano versare, garantiva una generale omertà sulla vicenda: piuttosto che denunciare la situazione alle Forze dell’Ordine, i commercianti preferivano pagare il pizzo ai mafiosi.
Augusto D’Amante