ROMA, 16 Febbraio – Si è tenuta ieri la seduta plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo, a cui ha partecipato il premier Mario Monti, che ha avuto come argomento principale le politiche dell’Eurozona: in particolare la seduta è stata dedicata alla crisi economica, alla necessità di lavorare sul piano della crescita, alle prospettive di avanzamento e di consolidamento dell’integrazione europea. Un intervento, quello del premier italiano, molto complesso e articolato, con alcuni passaggi in inglese, interrotto più volte dagli applausi dei parlamentari europei, e attaccato solo dalle poche critiche della destra britannica.
La crisi in Italia
Il discorso di Mario Monti, iniziato alle 15 di ieri a Strasburgo, si è articolato in diversi punti focali, tra cui lo straordinario impegno del nostro Paese per uscire dalla grave crisi economica e la sua determinazione nel risanare il bilancio entro il 2013, rispettando così l’impegno preso dal precedente governo, obiettivo che Monti definisce tuttavia “severo”. “Stiamo togliendo il nostro Paese dalla zona d’ombra dove era stato messo considerato come possibile problema o focolaio di contagio. – ha spiegato il premier – I sacrifici chiesti alla popolazione non sono imposti dall’Europa ma necessari per il miglioramento della vita economica, sociale e civile degli italiani e nell’interesse dei nostri figli”. Monti ha poi aggiunto riguardo il bilancio: “Il governo italiano è determinato ad andare rapidamente al riequilibrio dei conti pubblici e compiere molto rapidamente le riforme strutturali necessarie”
Recupero dello spirito unitario dell’Eurozona
“La soluzione della crisi dell’Eurozona è a portata di mano, ma bisogna recuperare lo spirito unitario di appartenenza all’Ue. – ha sottolineato il premier nel suo intervento davanti all’Europarlamento – La responsabilità che sento verso il mio Paese per me è indissociabile da quella che sento come italiano verso l’Europa. Nell’Unione europea non esistono buoni e cattivi, dobbiamo tutti sentirci corresponsabili.[…] Tutto possiamo permettere ma non che l’euro diventi un fattore di disintegrazione europea perché questo rischio c’è”. A questo proposito Monti ha poi ricordato che, all’origine della crisi del Patto di stabilità e crescita nel 2004, ci sono state proprio le nazioni ritenute “centrali”, ovverola Germaniaela Francia, con l’aiuto anche dell’Italia, e che per questo ” dobbiamo tutti sentirci corresponsabili sia per le cose fatte in passato sia per la costruzione dell’avvenire “, ha aggiunto il premier.
La situazione precaria della Grecia
Riguardo l’altro Paese dell’Unione Europea che sta vivendo un momento tanto difficile, Monti ha detto: “la durezza con cui oggi viene trattatala Greciaè eccessiva, ma per anni la politica greca è stata un perfetto catalogo delle peggiori pratiche della politica dei nostri Paesi. E’ una virtù e non un vizio dell’Ue, dell’euro, di Maastricht e del Patto di stabilità aver forzato tutti i nostri Paesi, nessuno escluso e inclusa l’Italia, che ha beneficiato di pressioni per entrare nell’eurozona, a mettere in pratica le regole della vita europea. Di conseguenza, questo rigore nei confronti di Atene, è una forma di compensazione un po’ tardiva, e forse troppo eccessiva, rispetto ai costumi politici del passato, ma non credo che nessuno pensi che in Grecia ci fosse un catalogo delle ‘migliori pratiche’, ma sono piuttosto Paesi come per esempiola Danimarcaa essere citati tra le ‘best practices’ “.
La rinuncia alle Olimpiadi
Il presidente ha dedicato un passaggio del suo discorso anche alla candidatura di Roma alle Olimpiadi2020, acui il Paese ha dovuto rinunciare a malincuore a causa della sua precaria situazione economica: «C’é stata molta delusione in Italia, soprattutto a Roma. Io ho argomentato la mia decisione e credo che l’opinione pubblica abbia capito che é nell’interesse dell’Italia e dell’Europa, in questo momento, non rinviare al futuro possibili oneri di certificazione incerta. Non sarebbe in linea con quanto stiamo facendo. Io spero ci siano altre occasioni per altri eventi del genere in Italia».
L’integrazione europea e le polemiche della destra britannica
Infine Mario Monti, al termine del suo discorso, ha aperto una parentesi sull’integrazione europea, accolta con scetticismo tra i banchi della destra britannica, che hanno accusato il premier di essere un “tecnocrate non eletto” e di volere un “super Stato” europeo antidemocratico. A questo Monti ha risposto direttamente in inglese, suscitando nuovi applausi tra i parlamentari europei: «Solo una cultura superficiale e insulare può ingenuamente credere che integrazione significhi superstato».
Questo è stato uno degli interventi conclusivi del lungo discorso del premier Mario Monti, interrotto solamente da moltissimi applausi di approvazione e conclusosi con una standing ovation di mezzo minuto che ha testimoniato l’apprezzamento degli eurodeputati per la condotta politica da lui adottata.
Chiara Cavaterra