‘Ndrangheta: 11 arresti grazie alla pentita Maria Concetta Cacciola

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ROMA, 9 Febbraio –  Questa mattina l’operazione delle forze dell’ordine ha arrestato affiliati al clan Pesce. L’operazione, chiamata “Califfo” prevedeva la ricerca del latitante Giuseppe Pesce, l’attuale capo della cosca, ma ha anche consentito di individuare nuovi malavitosi. I carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria stanno eseguendo undici provvedimenti di fermo. Presi anche tre familiari della testimone di giustizia Maria Concetta Cacciola, di Rosarno, suicidatasi ingerendo acido muriatico il 22 agosto del 2011, sono stati arrestati. L’accusa è di maltrattamenti in famiglia e violenza per costringerla a commettere un reato, cioè ritrattare le dichiarazioni rese all’autorità giudiziaria.

Secondo l’accusa, i genitori della testimone, Michele Cacciola e Anna Rosa Lazzaro, insieme al fratello, avrebbero fatto violente pressioni su di lei per fare in modo che smettesse di collaborare con i magistrati della Dda di Reggio Calabria. La donna, 31 anni, dopo l’inizio della collaborazione, era stata trasferita in una località protetta, dove era rimasta fino a quando decise di tornare a Rosarno per rivedere i figli rimasti. Una decina di giorni dopo ci fu il suicidio lasciando documenti in cui lamentava i maltrattamenti dei familiari.

I familiari di Maria Concetta Cacciola sono stati arrestati dai carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro e da personale del Commissariato della polizia della stessa città in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Palmi su richiesta della Procura della Repubblica.  I fermi emessi dalla Dda sono stati eseguiti dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e del Ros. L’accusa per gli undici fermani è di associazione mafiosa.  Oltre alle dichiarazioni di Maria Concetta Cacciola, le indagini si sono basate su un «pizzino» scritto da Francesco Pesce, detto «testuni», arrestato il 9 agosto scorso, e sequestrato dagli investigatori, dalle dichiarazioni rese della collaboratrice di giustizia Giuseppina Pesce, figlia del boss Salvatore, e dalle intercettazioni tra gli indagati registrate nel corso delle indagini.

Valentina Ferrari

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