ROMA, 9 Febbraio – E’ stato assolto dalla Corte d’Assise di Genova per “non aver commesso il fatto“, il broker 32enne Giovanni Antonio Rasero, condannato in primo grado a 26 anni di carcere per l’omicidio del piccolo Alessandro Mathas di appena 8 mesi.
Tale sentenza di assoluzione, è arrivata dopo la condanna in primo grado dove la Procura aveva chiesto l’ergastolo per infanticidio, ritenendo Rasero colpevole della morte del figlio di 8 mesi della sua ex compagna, Katerina Mathas, avvenuta la notte tra il 15 e il 16 marzo2010 in un residence di Genova Nervi. Lì, sul corpo senza vita del piccolo Alessandro Mathas, erano stati trovati segni di sevizie e un morso su un piedino che sembrava essere stato dato proprio dal broker 32enne: per questo il procuratore capo, Vincenzo Scolastico, ha dichiarato di attendere le motivazioni della sentenza espressa ieri, dal momento che al termine delle indagini erano stati raccolti e presentati elementi chiave che davano piena responsabilità dei fatti a Rasero.
L’uomo, dal canto suo, supportato dai legali Andrea Vernazza e Luigi Chiappero, aveva sin dall’inizio proclamato la sua innocenza, ribadendo la completa estraneità ai fatti anche prima dell’udienza: “Non avrei mai potuto uccidere un bambino, con o senza cocaina. Avrò commesso molti errori, avrò sbagliato nell’approccio alla cocaina, ma sono innocente. Lo ripeto per l’ennesima volta“. Poi, dopo il verdetto arrivato a seguito di cinque ore di Camera di Consiglio, con cui si è decretata la scarcerazione immediata, il broker ha aggiunto: “È la fine di un incubo”. Anche uno dei legali si è espresso positivamente riguardo l’esito dell’udienza: “Ero convinto che negli atti ci fossero tutti gli elementi per dire che era innocente. Questa è una sentenza importante, non era facile pronunciarla per la grande pressione mediatica sul caso. Sicuramente la Procura farà ricorso in Cassazione“. Al contrario, Katerina Mathas, su cui pende ora una doppia imputazione di abbandono di minore e omicidio volontario, incredula ha commentato: “Sono allibita da questa sentenza”.
Chiara Cavaterra