ROMA, 7 febbraio – Il gup di Milano, Roberta Nunnari, ha chiesto l’assoluzione del pugile dilettante, Oleg Fedchenko, accusato di aver massacrato una donna, di anni 41, nell’Agosto 2010, a Milano. In via Abruzzi, la signora filippina stava tornando dal lavoro quando fu sorpresa dalla violenza dell’uomo ucraino. Con numerosi pugni, anche dopo la caduta in terra della signora, il pugile ha portato alla morte Emlou Arvesu.
L’uomo è stato assolto dall’accusa di omicidio aggravato, perché era incapace di intendere e di volere nel momento del delitto. L’infermità è risultata dalla perizia psichiatrica del Prof. Pennati, consegnata alle autorità giudiziaria nel maggio 2011. Nella perizia si parla di schizofrenia paranoide, che portò il pugile ad una eccessiva reazione, forse per una delusione sentimentale.
Annullato anche l’altro capo di accusa, quello per tentata rapina, anche questo a causa dell’infermità mentale, percepita dalla perizia. L’unica pena che ha scontato, negli ultimi 9 mesi grazie alla carcerazione preventiva, è quella per detenzione di armi, nel caso coltelli, che gli furono trovati nel giorno dell’arresto, il 6 agosto 2010. Amareggiata per la sentenza la parte offesa del reato, la famiglia della signora Arvesu. Così dichiara l’avvocato Fabio Belloni, legale della famiglia.
Giancarlo Lettera