ROMA, 4 Febbraio – Una 30enne impiegata in un’azienda romana, Cristina M., ha deciso di chiedere alla Costa Crociere un risarcimento di 1milione di euro: la donna, infatti, incinta di 4 mesi, avrebbe perso il bambino qualche giorno dopo il tragico naufragio della Concordia all’Isola del Giglio.
Infatti i ginecologi dell’ospedale presso cui si è recata, senza alcun dubbio ritengono che la causa dell’aborto sia da attribuire al forte stress subito per l’incidente, con il conseguente distaccamento del feto dall’utero. Inoltre, dal resoconto della donna sopravvissuta, è emerso che, durante le operazioni di salvataggio, la scialuppa su cui si trovava è andata a sbattere contro gli scogli, aggravando la sua situazione.
I legali che assisteranno la 30enne hanno deciso di aderire alla class action dei viaggiatori coinvolti nel disastro, anche se in questo caso non basterà il risarcimento che la compagnia assicurerà a tutti i passeggeri della Concordia.
Chiara Cavaterra