VENTIMIGLIA (IM), 4 Febbraio – Il Consiglio dei Ministri ha sciolto ieri l’amministrazione comunale di Ventimiglia (Imperia) per sospette infiltrazioni di tipo mafioso. Il provvedimento arriva a 11 mesi esatti dallo scioglimento del comune di Bordighera dove “sono state riscontrate – sostiene il Consiglio dei Ministri – forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata”. Ventimiglia, porta più occidentale d’Italia, dal 1998 è guidata dal centrodestra: con il sindaco Gaetano Scullino, imprenditore di 65 anni, ci sono quattro assessori del Pdl e uno della Lega Nord. Il Consiglio comunale è composto da 21 consiglieri: 12 del Pdl, uno della Lega Nord, due dell’Udc, due del Pd, uno di Fli e tre appartenenti ad altrettante liste locali. Tutti sono pronti a difendere la loro onorabilità e quella dell’amministrazione comunale, in testa il primo cittadino.
Ventimiglia terra di confine, dove vige un solido accordo tra autorità italiane e francesi di pubblica sicurezza, sia in materia di clandestini che di criminali di grande spessore – in genere latitanti – che hanno interessi nella zona. Droga, armi e denaro sporco i traffici che la fanno da padrona: qui transitano da e per la Costa Azzurra, Marsiglia e anche la Corsica.
Il 17 giugno scorso l’ultima retata, quando una cinquantina di persone vennero arrestate (e altre 33 denunciate) per usura, estorsione, violenza, detenzione illegale di armi e spaccio di stupefacenti. Nel tempo, non a caso, a Ventimiglia è passata la crema della ‘ndrangheta calabrese: la cittadina di frontiera – evidentemente – fa gola alla criminalità organizzata.
Costanza Ferruzzi