ROMA, 20 Gennaio – Per il secondo anno consecutivo il sindaco di Castellammare di Stabia, l’ex pm dell’Antimafia Luigi Bobbio, non ci sta: sfilandosi la fascia tricolore e ammainando il gonfalone, abbandona la processione che rende omaggio al boss.
A Renato Raffone, 78 anni, consuocero del defunto padrino Michele D’Alessandro, è bastato un cenno della mano per bloccare la processione proprio sotto casa sua: pochi attimi, il tempo di lanciare un bacio a San Catello, patrono di Castellammare di Stabia, e poi l’ordine al corteo di muoversi ringraziando chi gli aveva tributato quell’omaggio.
La tradizione vuole, spiegano i portatori del patrono, che la statua di San Catello sosti per alcuni minuti davanti alla cappella di Santa Fara, nell’antico quartiere dell’Acqua della Madonna. Ma quella cappella si trova proprio sotto il balcone di Raffone ed è luogo di culto di cui si prende cura personalmente la famiglia del boss. Afferma il sindaco: “La cosa era preordinata; la città e la Chiesa non possono continuare a restare ostaggi di questa cultura che prevede la sottomissione ad un boss. E per questo chiedo una verifica sui portatori che si sono di fatto “impossessati” della statua, anche violando le disposizioni del vescovo”. Il sindaco aveva provato anche a regolamentare lo svolgimento della processione, atto che aveva provocato la piccata replica della Curia che ha accusato il primo cittadino di buttare benzina sul fuoco di una “polemica infondata”, pur dicendosi disponibili “a collaborare con tutte le istituzioni presenti sul territorio, per cercare il vero bene della città”.
Costanza Ferruzzi