Mafia: cinque ergastoli per gli assassini del giovane Giuseppe Di Matteo

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ROMA, 16 GennaioDodici anni al pentito Gaspare Spatuzza, ma le sue accuse hanno contribuito alla condanna alla massima pena di Giuseppe Graviano, Luigi Giacalone, Francesco Giuliano, Salvatore Benigno, capo e gregari della famiglia di Brancaccio, e Matteo Messina Denaro, numero uno superlatitante di Cosa Nostra a capo di quella di Trapani. Tutti nomi legati all’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio quindicenne del pentito di Cosa Nostra Santino Di Matteo, che all’epoca aveva cominciato a fare rivelazioni sulla strage di Capaci.

Appena dodicenne, Giuseppe venne rapito il pomeriggio del 23 novembre 1993 a Villabate da un commando di mafiosi camuffati da agenti della Dia che lo convinsero a salire in auto con loro dicendogli che lo avrebbero portato dal padre:“papà, amore mio”, esclamò il ragazzino, e con quelle parole iniziò il suo calvario, conclusosi la sera dell’11 gennaio 1996, quando Giovanni Brusca, dopo aver appreso dalla tv che era stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Ignazio Salvo, reagì ordinando l’uccisione del piccolo, strangolato e in seguito disciolto nell’acido.

Il sequestro e l’uccisione del ragazzino segnarono uno dei punti più virulenti della ferocia corleonese, colpendo profondamente anche gli stessi uomini d’onore incaricati del rapimento, ripugnati dall’idea di tener segregato un innocente.

Costanza Ferruzzi                                                                                      

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