BAMAKO, 13 DICEMBRE (Tg24) – Ancora viva Rossella Urru, la ventinovenne italiana rapita in Algeria da un gruppo legato ad Al Qaeda, insieme a due spagnoli membri della stessa ONG per cui lavorava la ragazza.
La Urru, nata a Samugheo, in provincia di Oristano, è stata rapita insieme ai due colleghi nel settembre scorso da un campo di profughi del Sahara occidentale (una volta colonia spagnola, ora occupato dal Marocco) nei pressi di Tindouf nel sud ovest dell’Algeria, in cui lavorava per conto dell’Organizzazione Non Governativa “Comitato Italiano per lo sviluppo dei popoli”. Il sequestro porta la firma del “Jamat Tawhid Wal Jihad Fi Garbi Afriqqiya”, il Movimento Unità per la Jihad nell’Africa occidentale, un gruppo locale che sarebbe affiliato ad Al Qaeda.
Un reporter di France Presse ha diffuso la notizia su Twitter dopo che uno dei mediatori – che coordinava le trattative in loco – gli ha mostrato un video diffuso dallo stesso gruppo armato in cui i tre cooperanti sono tranquillamente riconoscibili, circondati da uomini mascherati ed armati, mentre si limitano a presentarsi nella loro lingua madre.
Felicitazioni del parroco del paese di Rossella, mentre la Farnesina continua a condurre le trattative nel più stretto riserbo, onde evitare di comprometterle.
Matteo Borile