REGGIO CALABRIA, 5 DICEMBRE – Venticinque indagati, dodici misure cautelari e il sequestro preventivo di beni per un valore di un milione di euro. Le persone coinvolte nel blitz congiunto dei carabinieri di Locri e Reggio Calabria sono accusate, a vario titolo, di aver percepito in modo illecito finanziamenti dall’Unione Europa.
L’operazione, scattata alle prime luci del mattino, riguarda 48 persone ritenute contigue alle cosche della ‘ndrangheta “Morabito-Bruzzaniti-Palamara” e “Mollica-Morabito” egemoni ad Africo Nuovo, e le ndrine “Vottari” e “Nirta”operanti a San Luca.
Le indagini condotte dai carabinieri di Locri – secondo fonti investigative – avrebbero accertato che “la holding affaristica, avvalendosi della fitta rete di complicità di diversi operatori dei Centri di Assistenza Agricola e di alcuni organi di controllo amministrativi, avrebbe messo a segno una serie di condotte fraudolente, tra cui la fittizia dichiarazione all’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, da parte di 30 allevatori, di consistenze aziendali di centinaia di capi ovicaprini in realtà inesistenti o con dati di consistenza maggiorati, anche allo scopo di ottenere dal servizio veterinario il codice ed il registro aziendale necessari per presentare le istanze di finanziamento”.
Dalle indagini sarebbe inoltre emersa la connivenza di ispettori degli uffici provinciali agricoltura incaricati dei monitoraggi delle aziendi, i quali avrebbero attestato la presenza negli allevamenti del basso ionio reggino di capi di bestiame in realtà mai posseduti dagli allevatori. Azioni di favoreggiamento sarebbero emerse anche da parte dei responsabili di alcuni centri di assistenza Agricola che nelle vesti di “incaricati di Pubblico Servizio” avrebbero inserito nel sistema informativo agricolo nazionale domande di pagamento incomplete o riportanti dati palesemente falsi, contribuendo alla truffa posta in essere dagli allevatori.
Redazione