MILANO, 2 DICEMBRE – Nomi eccellenti per una serie di arresti seguiti all’ultima operazione antimafia coordinata dalla Procura di Milano, rivolta nello specifico contro la ‘ndrangheta calabrese, la cui influenza e potere si prospettano come sempre più incisivi in ogni settore dell’amministrazione pubblica.
“Trasversale, appoggia chiunque nelle campagne elettorali politiche”, così l’ha definita il pm Ilda Boccassini a capo della direzione distrettuale antimafia di Milano, lasciando intendere risvolti facilmente immaginabili, oltre che inquietanti. Vincenzo Giglio, magistrato di Reggio Calabria, considerato uno dei nomi di spicco nella lotta alla criminalità organizzata locale; Francesco Morelli, membro del consiglio della Regione Calabria, iscritto nelle liste del Pdl; Vincenzo Minasi, avvocato di Palmi con studi anche a Milano e Como; oltre a questi anche un sottufficiale della Guardia di Finanza ed un noto medico calabrese, tutti finiti in manette in conseguenza delle indagini congiunte fra la magistratura milanese e quella di Catanzaro.
Indagini che non si fermano, parole dello stesso pm Boccassini che ha ventilato la presenza di una talpa ad alto livello che terrebbe informati i gruppi criminali di ogni passo compiuto dagli inquirenti.
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Matteo Borile