MONTICHIARI, 22 NOVEMBRE – Più di 4000 animalisti si sono recati in massa a Brescia lo scorso sabato per manifestare la propria rabbia contro Green Hill, la famosa fabbrica della morte, dove vengono allevati beagle per la vivisezione. Proteste da parte degli attivisti davanti ad un municipio vuoto circondato dalla polizia in funzione antisommossa, urla contro il sindaco cui viene intimato di revocare l’autorizzazione per l’allevamento. Giovani e anziani hanno sfilato lungo le vie di Montichiari, alcuni assieme ai loro amici a quattro zampe partendo dal palazzetto dello Sport per arrivare al municipio.
Cori di insulti verso un edificio che ospita la sede di uno studio di avvocati che difendono Green Hill. Del sindaco Elena Zanola non vi è traccia, e gli animalisti domandano a gran voce: “Sindaco, dove sei? Assumiti le tue responsabilità!” Presente anche l’ex ministro Michela Vittoria Brambilla, sensibile a questa causa.
Il sindaco lo scorso 31 ottobre ha ricevuto una richiesta di chiusura motivata e basata su precise e gravi violazioni che sono state rilevate dentro la struttura. Il 30 settembre le guardie zoofile dell’Oipa avevano effettuato un sopralluogo su mandato della procura di Brescia, dove erano state verificate diverse irregolarità. “Il sindaco deve decidere se dare priorità al dolore e alla sofferenza e la prigionia di migliaia di cani rinchiusi nel lager di Montichiari, o agli affari sporchi di sangue di una multinazionale della tortura come Marshall”, così si legge sul sito degli attivisti contro Green Hill. Le irregolarità non solo riguardano le modalità di allevamento che comprendono oltre al sovrannumero anche l’inquinamento acustico, ma anche il registro di carico e scarico degli animali, imposto dalla legge 116 del 1992. La stessa Brambilla aveva inoltrato un esposto alla procura di Brescia e ai carabinieri dei Nas non solo per maltrattamento di animali ma anche per i danni all’immagine della Nazione. Entro il 30 novembre il sindaco dovrà esprimere la sua decisione in merito alla revoca dell’autorizzazione, fa sapere Massimo Comparotto presidente dell’Oipa Italia.
Nonostante i diversi appelli degli animalisti e attivisti, dell’ex ministro Brambilla ed Edoardo Stoppa di Striscia la notizia, non si riesce ancora a vedere la fine di questa triste situazione. L’augurio è quello di poter chiudere definitivamente questa ultima fabbrica di morte, ancora attiva in Italia….si spera per poco!
Sabrina Spagnoli