NEW DELHI, 25 Maggio – Massimiliano La Torre e Salvatore Girone hanno lasciato definitivamente il carcere di Trivandrum e sono stati trasferiti alla Borstal School di Kochi, dove trascorreranno un nuovo periodo di carcere giudiziario, in attesa di sviluppi del processo a loro carico. Durante il viaggio di trasferimento i due marò hanno fatto tappa a Kollam, dove hanno incontrato il giudice istruttore A.K. Gopakumar che ha preso formalmente atto del dossier contenente le accuse nei loro confronti, e ha esteso di due settimane la custodia giudiziaria dei due uomini.
Il passaggio davanti al giudice segna la fine della fase istruttoria e presto potrebbe cominciare il processo vero e preprio.Il magistrato ha investito della questione il tribunale di primo grado di Kollam che deve fissare la prima udienza. Intanto, lunedì è attesa presso l’Alta Corte di Kochi l’udienza per una nuova richiesta di libertà su cauzione avanzata dalle autorità italiane e già respinta nei giorni scorsi.
La Borstal School è un ex riformatorio ora adibito ad uffici e si trova a Kakkanad, a circa 280 km dal carcere di Trivandrum di cui è stato dichiarato una “dipendenza” e vicino all’aeroporto di Kochi. Latorre e Girone, fucilieri del Reggimento San Marco, secondo fonti italiane, saranno sistemati in due stanze ed avranno uno spazio per potersi muovere e svolgere attività fisica. Le autorità del Kerala hanno confermato che sono stati realizzati dei lavori e che tutto è pronto per accogliere i due uomini”.
Nei giorni scorsi proprio il ministro degli Esteri Giulio Terzi si era rivolto al Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, per lamentare la situazione dei militari italiani. “Quella dei nostri marò in India è una situazione inaccettabile” aveva detto senza mezzi termini. “Avverto, parlando con moltissimi interlocutori internazionali, la grande preoccupazione che questo incidente possa avere delle conseguenze di freno molto forti sulle operazioni antipirateria ma anche su tutto l’impianto delle operazioni di pace della comunità internazionale”. La questione ormai rischia di minare la sicurezza delle operazioni internazionali.
Marzia Fanciulli