TRIPOLI (LIBIA), 20 Febbraio – Fedelissima di Gheddafi, dopo la caduta del regime, la nota giornalista della tv libica Hala Misrati era stata catturata e arrestata dai ribelli, ai quali aveva poi chiesto ufficialmente scusa. Nella sua ultima apparizione tv, lo scorso 30 dicembre, era apparsa seduta su una sedia: Misrati sventolava un foglio su cui erano annotati solamente il giorno, il mese e l’anno e riportava segni visibili di percosse sul volto. Era stata diffusa anche la notizia che alla donna fosse stata tagliata la lingua.
Il suo caso, seguito da numerose organizzazioni in difesa dei diritti umani, ha suscitato indignazione e proteste sui social network: tra i numerosi messaggi postati su Twitter, anche quelli che hanno denunciato che la donna fosse “incinta dopo essere stata costretta a subire violenza per ben 17 volte”. Poi la notizia della sua morte, riportata dalla tv al Arabiya secondo la quale Misrati sarebbe stata uccisa il 17 febbraio nel carcere di Tripoli, in occasione del primo anniversario dell’avvio della liberazione.
Dalle autorità della capitale però non è arrivata nessuna presa di posizione ufficiale sulla morte, come anche dai genitori, che al sito Albawaba hanno detto che la loro figlia “si trova in una situazione critica” e che la “sua morte potrebbe avvenire da un momento all’altro”. Una versione confermata anche dal canale Algeria Isp. “Stando alle ultima notizie che abbiamo ricevuto dal medico Yousuf Shakir – scrive il sito Libya S.O.S. che raggruppa varie organizzazioni in difesa dei diritti umani – non possiamo confermare se sia viva o morta. Sappiamo solo che Misrati si trova nella prigione di Jadida dove viene maltrattata dai ribelli. Contro di lei non ci sono accuse precise, non esiste un capo di imputazione e nessun processo è previsto”. Insomma un vero e proprio giallo circonda quella che un tempo è stata una tra le voci più autorevoli della propaganda del rais.
Costanza Ferruzzi