Israele attacca l'Iran in primavera: le paure del Pentagono

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TEHERAN, 4 FebbraioAi ferri corti Iran e Israele: agli ammonimenti israeliani di ieri ha risposto oggi da Teheran la Guida Suprema, ayatollah Ali Khamenei, che nel consueto sermone del venerdì islamico ha riaffermato l’intenzione di proseguire sulla strada dei programmi nucleari, definendo lo stato ebraico “un tumore da estirpare”. Toni che offrono il destro ai media americani per dar credito alla sensazione che Israele possa essere ormai orientato a un attacco militare dal cielo contro le installazioni nucleari dell’Iran prima del punto di non ritorno: l’avvio del concreto assemblaggio di ordigni atomici che, secondo l’intelligence, la Repubblica Islamica potrebbe realizzare entro l’anno, disponendo ormai di “uranio arricchito al 20%, sufficiente alla produzione di quattro bombe”.

L’ipotetica data dell’attacco potrebbe essere fissata in primavera, fra aprile e giugno, secondo le intenzioni che il capo del Pentagono, Leon Panetta, sembra attribuire adesso al premier israeliano Benyamin Netanyahu. Fra gli osservatori israeliani, alcuni ritengono che il premier possa essere disposto a scatenare l’inferno laddove l’inasprimento delle sanzioni (petrolio compreso) annunciato da Usa e Ue non si rivelasse in grado d’imporre il fermo a Teheran. Israele, d’altronde, sulle sanzioni rimane scettico. E proprio ieri il ministro della Difesa, Ehud Barak, ha avvertito che se esse “dovessero fallire, sarà necessario considerare la possibilità di agire”. Un monito che dovrebbe spingere l’Iran a fare qualche passo indietro nei suoi intenti.

Costanza Ferruzzi                                                                                 

 

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