Siria: continuano le violenze. La Lega Araba pensa ad un intervento armato

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SIRIA, 17 Gennaio – Non si arresta l’ondata di violenza che da dieci mesi sta seminando morti in Siria. Lo scontro tra gli oppositori del regime e i sostenitori di Bashar al Assad non si ferma e la repressione governativa contro i manifestanti della Primavera Araba continua. Dal marzo scorso si contano 5000 vittime.

Per porre un freno a questa violenza si starebbe pensando all’intervento di truppe esterne. Questa l’idea dell’emiro del Qatar che alla televisione americana Cbs ha dichiarato che l’invio di truppe in Siria è la soluzione per mettere fine a tutte queste violenze. Intanto il 26 dicembre scorso sono stati mandati 165 osservatori che faranno rapporto il prossimo 19 gennaio anche se l’Onu ha già constatato l’aumento della violenza. Nelle ultime settimane si sono contati 400 morti e alcuni attentati sono stati attribuiti al governo di Assad. Sembra dunque che il piano di pace monitorato dagli osservatori arabi non stia dando i frutti sperati. Il piano prevedeva che la Siria interrompesse il bagno di sangue, ritirasse le truppe dalla città, liberasse i prigionieri e intraprendesse la strada del dialogo. A rendere più complicata e tesa la situazione, la notizia dell’arrivo di un carico di munizioni dalla Russia e la visita di un leader dei Pasdaran a Damasco.

Assad non è stato a guardare e apparso in tv ha fatto sapere che le iniziative della Lega Araba non vanno prese sul serio e ha lanciato così una dichiarazione di guerra. Ha negato la situazione in cui versa il Paese e ha sostenuto che la Siria è vittima di un complotto straniero. Ha ripetuto che mai nessuno ha ordinato di sparare sui manifestanti e che i militari sparano solo per autodifesa.

Mariella Laurenza  

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