ROMA, 4 DICEMBRE – Si chiama Spy Files ed è l’ultima inchiesta-scoop di WikiLeaks. Nel suo cliccatissimo sito, Julian Assange e colleghi disegnano una mappa delle società private sparse per il mondo che sarebbero in grado di offrire tecnologie capaci di monitorare email, sms e telefonate di un’intera popolazione.
Il sito di giornalismo investigativo che nel corso degli anni ha fatto tanto discutere, aveva preannunciato la pubblicazione di una prima parte della sua ultima inchiesta con centinaia di file appartenenti a società d’intelligence che si occupano d’intercettazioni e traffico dati. Così, martedì 29 novembre, il sito di Assange ha pubblicato Spy Files, un gruppo di 287 documenti relativi ai sistemi di sorveglianza e di intercettazione on-line. “Nel corso degli ultimi 10 anni, – ha dichiarato Julian Assange, durante la presentazione dell’inchiesta, soprannominata Spy Files – è fiorita un’industria internazionale che fornisce ai servizi segreti degli Stati, equipaggiamenti capaci di sorvegliare masse di persone. Quelle aziende, ora stanno esportando i loro prodotti in giro per il mondo in modo incontrollato”. Quindi ciò che emerge dalla dichiarazione del fondatore di WikiLeaks è che “siamo tutti facilmente spiabili”.
Questo, è l’ultimo scoop messo a segno da WikiLeaks in partnership con il Bureau of Investigative Journalism (BIJ) e Privacy International, organizzazione britannica che si batte per il rispetto della privacy. Una pletora di società private sparse per il mondo, Italia compresa, sarebbe, infatti, in grado di offrire tecnologie capaci di monitorare email, sms e telefonate di un’intera popolazione. Nell’inchiesta Spy Files, Assange e gli altri hanno rintracciato quanto più materiale possibile per identificare i nomi di queste società e descrivendone dettagliatamente i servizi che sono in grado di offrire. Ecco quindi che nell’inchiesta emergono i nomi di 130 aziende basate in 25 paesi. Fra queste, spunta anche un nome modenese: Expert System. Stiamo parlando di un’impresa nata dalla mente di tre giovani programmatori, che hanno sviluppato un sistema chiamato Cogito. Cogito è l’esempio per eccellenza di semantic technology, la tecnologia in grado di capire il significato delle parole. Mentre la maggior parte dei sistemi esistenti può solo provare a indovinare il senso di un testo, “Cogito — si legge sul sito di Expert Systyem — legge e interpreta tutta la conoscenza potenzialmente interessante, identifica in automatico le relazioni nascoste fra le varie informazioni, rendendo più semplici ed efficaci le attività legate alla loro gestione”. In parole povere, Cogito agevola la ricerca e la catalogazione di informazioni.
Nell’inchiesta Spy Files, emerge che questo software sarebbe in grado di scandagliare qualcosa come 294 miliardi di email al dì, a caccia di informazioni utili. Questi strumenti avanzatissimi, che sembrano tratti da un film sono veri e pronti sul mercato. “Società di sorveglianza come l’americana SS8, l’italiana Hacking Team, o la francese Vupen producono virus Trojans in grado di assumere il controllo di computer e cellulari – incluso iPhone, Blackberry e Android – registrando ogni uso, movimento e persino immagini e suoni della stanza in cui si trovano”, spiega Assange. In pratica, secondo il fondatore di WikiLeaks, ogni cellulare diventa “una microspia che in più è anche in grado di telefonare”. “Spero — ha concluso il boss di WikiLeaks, intervenuto in una conferenza stampa che si è tenuta a Londra — che la pubblicazione di questo materiale faccia capire che tutti siamo spiati. Non è una minaccia teorica, che può verificarsi in un remoto futuro: sta accadendo oggi, e coinvolge ognuno di noi”.
Alessia Ribezzi