ROMA, 18 Novembre – Come dare un aspetto decoroso ad un paese invaso dagli animali randagi per un imminente evento sportivo? In maniera molto semplice, sterminandoli tutti. Questo è quello che sta accadendo in Ucraina in vista della rassegna continentale Euro 2012.
Il paese ha bisogno di una ripulita, per dare un’accoglienza migliore agli ospiti dell’evento, e dare quindi una buona impressione al mondo. Peccato però che a farne le spese sono centinaia e centinaia di esseri viventi innocenti che ogni giorno soccombono in nome di un gioco. Il governo ucraino per potersi liberare del problema, ha acquistato un forno crematorio mobile (costato 198mila UAH, 30.000 dollari), dove vengono dati in pasto alle fiamme cani e gatti ancora vivi. A ciò si affiancano casi di avvelenamento, e addirittura ex poliziotti che sparano ai randagi direttamente dalle finestre. Quello che sconcerta oltre queste atrocità, è che lo stesso governo ha circa 10.000 euro destinati non solo all’ampliamento di canili e costruzione di strutture adeguate, ma anche a campagne di sterilizzazione e sostentamento di associazioni animaliste, che tuttora risultano bloccati. Le varie associazioni locali hanno inoltre fatto ricorso a Michel Platini, presidente della Uefa, che dichiara il problema non di sua competenza. Non solo, sembra che il Ministro del dipartimento Ecologia ucraino, Mykola Zlochevski, che dovrebbe occuparsi della questione randagi per Euro 2012, abbia inviato una lettera al sindaco di Kiev, Leonid Chernovetsky, affinché vengano prolungate le vecchie leggi (che prevedono l’uccisione di randagi) per ulteriori quattro anni, ignorando le richieste degli animalisti ucraini.
Tutto ciò ha portato non solo orrore nei cittadini ucraini e animalisti, ma anche rabbia. Da tempo si cercano dunque modi per poter proteggere e salvare queste povere anime, in balia di assassini che sterminano esseri viventi con una tale facilità da far rabbrividire.
Andrea Cisternino è uno dei tanti angeli custodi sul territorio ucraino, che ogni giorno cerca di salvare da morte certa più cani possibili. Fotografo di moda e reportage, nonché animalista attivista, Andrea vive ormai a Kiev dove cerca di far conoscere e lottare contro tutte le violenze subite dagli animali. Quasi un anno fa ha aperto una pagina Facebook in cui vengono trattati tutti gli argomenti inerenti gli animali, e dove si contano quasi ben 24.000 iscritti. Possiede due cani e due gatti, tutti salvati dalla violenza dell’uomo, e cerca di abbinare due sue grandi passioni, la fotografia e gli animali. Dall’unione di questi due mondi nasce “Randagi storie di uomini e animali”, un libro autoprodotto dove vengono messi a confronto randagismo umano e randagismo animale, per evidenziare al mondo che non esistono esseri di categoria inferiore, ma bensì tutti esseri viventi col diritto di vivere. Andrea ha gentilmente risposto ad alcune domande per testimoniare cosa avviene in Ucraina.
Qual’è attualmente la situazione in Ucraina?
Purtroppo tutti i giorni cani e gatti randagi – questa strage è iniziata nel 2010 – vengono avvelenati , bruciati vivi in forni mobili , sparati o adesso a Lisinciansk, alcuni volontari mi hanno fatto sapere che girano uomini con siringhe e fanno punture di veleno a queste creature direttamente in strada, purtroppo gli animali sono abituati all’uomo e si avvicinano senza sospetto.
In internet è possibile trovare numerose petizioni, oltre alle lettere che ti arrivano ogni giorno da presentare a chi di competenza. A questi gesti di protesta, come rispondono le autorità?
Alle autorità non frega niente , anzi , non vogliono interferenze esterne su questo argomento.
Il governo ucraino, la UEFA e la FIFA hanno fatto in modo di ricevervi per poter trattare il problema ed eventualmente giungere ad un accordo? Si sono mai mostrati inclini alla vostra causa?
Gli animalisti ucraini hanno contattato il sig. Platini , presidente della UEFA , ma lui ha risposto che non è di sua competenza , insomma se ne è lavato le mani , ma invece è di sua competenza curare l’immagine di questa manifestazione che viene giornalmente sporcata di sangue innocente.
Quali sono le reazioni dei cittadini ucraini davanti a queste barbarie perpetrate verso questi poveri esseri viventi?
I cittadini ucraini , diciamo il 90% , sfamano i randagi e li dissetano , ma purtroppo le ossa avvelenate le buttano di notte e quindi al mattino trovano cani o gatti in agonia per le strade , i randagi qui sono come cani di quartiere , addirittura a molti vengono dati dei nomi.
Cosa state facendo assieme agli attivisti del posto per evitare altri massacri, e com’è possibile intervenire per potervi aiutare?
Io insieme ad attivisti del posto sto facendo di tutto , tramite Facebook , lettere e TV – sono riuscito a convincere il TG1 a parlarne in prima serata – fare conoscere questa mattanza a chi non la conosce per chiedere aiuto. Bisogna aiutare facendo pressioni dall’esterno gli animalisti locali, a far si che il governo accetti le loro proposte già portate da tempo a chi di dovere e puntualmente ignorate e a convincere i politicanti a sbloccare i soldi stanziati per loro e che sono ancora bloccati, se ci sono ancora naturalmente. Una ragazza di Kiev, Alexandra – animalista – ha una struttura con 1500 cani e 500 gatti salvati dalle uccisioni – c’è un cane che addirittura è inoperabile che ha nel suo corpo 25 proiettili – e che deve lasciare causa sfratto. Adesso con i soldi di famiglia ha iniziato a costruire una grandissima struttura dove verranno portati i suoi animali e potrà contenere moltissimi randagi che lei cercherà di salvare da questa mattanza, purtroppo ci vogliono molti soldi , per finire circa 50.000 euro. Io la sto aiutando con la mia pagina con donazioni e con una parte del ricavato del mio libro. Fra un po’ qui sarà pure inverno e le temperature toccano i – 25/30 sotto lo zero, e per i randagi oltre il fatto di sopravvivere ai killer del governo dovranno cercare di sopravvivere al freddo, soprattutto i cuccioli.
Una situazione delicata quella in Ucraina che ci fa capire come si possa arrivare a calpestare delle vite in favore del business, e per un misero sport. Rattrista il fatto che l’opinione del popolo venga letteralmente ignorata dopo le numerose proteste, e che il governo avrebbe sicuramente guadagnato una facciata migliore investendo i soldi in strutture adatte ad accogliere questi animali, invece di spenderli per un forno.
A cura di Sabrina Spagnoli
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