ROMA, 1 Maggio – Il dato è agghiacciante e certifica lo stato economico del bel Paese: la disoccupazione giovanile avanza e si fa sempre più grave. In particolare uno studio della Cisl dell’Emilia-Romagna rivela come nel 2011 la disoccupazione giovanile con contratti a tempo determinato, ripetutesi per il 37,5% per gli stessi soggetti, è in continua ascesa.
Il sindacato rivela la drammaticità della situazione: la disoccupazione femminile mediamente supera quella maschile del 2%. La media annua regionale del 2011 è del 5,3%, si arriva al 21,9% di disoccupati tra i 15 ed i 24 anni (con punte del 34,2% in provincia di Forlì-Cesena e del 25,4% a Ravenna) a cui si aggiunge un 6,8% tra i 25 ed i 24 anni (fino al 12% di Rimini e al 9,6% di Ferrara), cifre in leggero calo rispetto al 2010 (22,4% e 7,9%) ma raddoppiate rispetto al 2007 (10,8% e 3,4%).
I contratti nel 2011 sono così ripartiti: 515.159 contratti a tempo determinato (55,26%) il tempo indeterminato (13,14%), il lavoro intermittente (10,74%), somministrato (10,17%), a progetto (5,60%) e dall’apprendistato (4%). Secondo Antonio Amoroso, segreteria regionale Cisl, questa è l’immagine: ”Di uno strumento abusato, si ricorre oltre che per reali esigenze produttive per cui è stato introdotto, in moltissimi altri casi non rispondendo alle finalità originarie.”
Nel complesso, Antonello Amoroso rivela come:” Istituzioni e forze sociali devono governare con grande senso di responsabilità ponendo al centro delle proprie politiche, oltre a inevitabili decisioni di natura economica, anche scelte indirizzate alla salvaguardia della coesione sociale. Sebbene ridimensionati dall’efficacia dei primi risultati del Patto per la crescita» promosso dalla Regione, dimostrano che «il mercato del lavoro non è gestito in maniera efficace”.
Stefano Parisi